- Noi siamo pronti, e voi?
(A cura di Marcello Brescia)
Parliamoci subito chiaro, difficilmente troverete qualcuno disposto ad ammettere "a me piace andare a scuola", per mille motivi che non ha senso spiegare. Neanche gli studenti modello per eccellenza sarebbero disposti ad ammetterlo, e in fin dei conti non c'è nulla di male in ciò. Eppure, che lo si voglia o meno, trascorrere 5 anni (se non di più) tra le stesse mura, con le stesse persone e le stesse abitudini, non equivale obbligatoriamente a una forma di

prigionia, anzi.
Non di rado infatti i ragazzi sviluppano un senso di appartenenza, più o meno profondo, per la propria scuola, a tutti gli effetti una comunità di cui far parte in maniera indelebile. Nulla di troppo diverso dunque da quello stesso senso di appartenenza che lega in maniera del tutto irrazionale i tifosi delle squadre di calcio ai propri colori, ai propri giocatori, in un certo senso ai propri ideali.
Ѐ anche e soprattutto questo il motivo per cui la Milano Football Cup, nata ormai quasi 3 anni fa tra i banchi del Liceo Agnesi, ha ottenuto un successo pressoché immediato tra i ragazzi milanesi, ed evidentemente non solo tra di loro, essendo divenuta un modello da esportare anche in altre città in giro per lo Stivale.

Lo spirito del torneo, del resto, è rimasto invariato; poco importa se nel frattempo alla MFC è approdato persino il VAR, se da sole 6 squadre partecipanti siamo arrivati a presentarne 32, o se dal campo della Savorelli siamo approdati all'Arena di Milano. Sono quasi dettagli secondari di fronte all'unico elemento che non ha mai abbandonato questa competizione fin dal giorno in cui è nata: la passione. La passione per il calcio ovviamente, riversata sul prato verde dalle centinaia di ragazzi che si sono sfidati nelle 3 edizioni precedenti, ma anche l'amore per la propria scuola ed il sano agonismo per difenderla, in campo come sugli spalti. Già, gli spalti.
In questo triennio, tocca dirlo, non sono certo mancate le partite dal contenuto tecnico non proprio elevatissimo (per usare un eufemismo), ravvivate tuttavia proprio dalle tifoserie più disparate, le quali, ciascuna a modo proprio, hanno donato colore ed atmosfera alla Milano Football Cup, rendendola qualcosa di più di un semplice evento sportivo.
Ci ha riempito il cuore di orgoglio infatti veder radunati adolescenti (e non solo) di ogni tipo, da coloro maggiormente interessati al match in sé, a quelli intenzionati a supportare i propri compagni di classe o d'istituto pur senza aver mai visto una partita di calcio in vita propria.
Non serve dunque conoscere alla perfezione la regola del fuorigioco per conservare istantanee indelebili della MFC: dalla prima interminabile finalissima risolta ai rigori tra Vittorini e Manzoni al tridente letale del Moreschi 2024, passando per tante altre squadre e giocatori indimenticabili.
I fili d'erba del Centro Pavesi, sede dei nostri pomeriggi primaverili del 2023, probabilmente ricorderanno benissimo l'armata in maglia bianca del Vittorio Veneto, ma anche i gol del baby-fenomeno Jacopo La Viola e del suo Virgilio, degni rivali di una squadra fortissima.
Ad alzare ulteriormente il livello lo scorso anno ci hanno pensato nuovi protagonisti, come un Cardano a tratti ingiocabile, o un Cremona Zappa sbocciato definitivamente dopo i primi passi mossi l'anno precedente, ed uscito vincitore dal braccio di ferro tra questi due pesi massimi in un'ormai storica semifinale.

E che dire invece delle grandi rivelazioni? Beh, bisogna per forza menzionare il Donatelli Pascal trascinato da un tuttocampista meraviglioso come Tommaso Saluzzi, degno MVP del torneo. Oppure l'Ettore Conti, partito a fari spenti, e andato oltre i propri limiti con l'aiuto di una tifoseria trascinante e instancabile come poche altre se ne ricordano sulle tribune della Milano Football Cup.

Fortunatamente tuttavia, molto presto non dovremo più limitarci a rivangare il passato, pronti come siamo a innamorarci delle finezze di un nuovo numero 10, o provare a indovinare fin da subito quale squadra potrà ambire alla vittoria finale, con un occhio di riguardo per le nuove leve, ossia i ragazzi del 2008, 2009 o, chissà, addirittura 2010.
Nel fare ciò infine, non smetteremo mai di dimostrarci alla vostra altezza, con telecronache sempre più avvincenti, pagelle sempre più accattivanti, e un podcast che scandirà lo scorrere di questa quarta edizione della MFC. Insomma, come direbbe un tale che di calcio sembrerebbe capirne abbastanza,
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